Gli Atti del suo martirio, il cosidetto Codice Papadopulo, narrano di una giovane, orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia di Siracusa, che era stata promessa in sposa ad un pagano. La madre di Lucia, Eutichia, da anni ammalata, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che Lucia ed Eutichia, unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Agata nel dies natalis della vergine e martire catanese, pregarono S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno S. Agata in gloria che le diceva Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre? Nella visione S. Agata le preannunciava anche il suo patronato sulla città di Siracusa. Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo.
Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa venedere tutto il suo patrimonio per distribuirlo ai poveri, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana. Erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'Imperatore Diocleziano. Il processo che Lucia sostenne dinanzi all'Arconte Pascasio attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana. Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vede addirittura quasi ribaltarsi le posizioni, tanto da vedere Lucia quasi mettere in difficoltà l'Arconte che, per piegarla all'abiura, la sottopone e tormenti. Lucia esce illesa da ogni tormento fino a quando, inginocchiatasi, viene decapitata. Prima di morire annuncia la destituzione di Diocleziano e la pace per la Chiesa. Privo di ogni fondamento, ed assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV, è l'episodio di Lucia che si strappa gli occhi. L'emblema degli occhi sulla tazza, o sul piatto, è da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l'ha sempre invocata protettrice della vista a causa del suo nome Lucia (da Lux, luce). La sua festa liturgica ricorre il 13 dicembre; antecedentemente all'introduzione del calendario moderno (1582) la festa cadeva in prossimità del giorno del solstizio d'inverno (da cui il detto "santa Lucia il giorno più corto che ci sia")
È considerata dai devoti la protettrice degli occhi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini e viene spesso invocata nelle malattie degli occhi.
Il corpo della santa, prelevato in epoca antica dai Bizantini a Siracusa, è stato successivamente trafugato dai Veneziani che conquistarono Costantinopoli (l'attuale Istanbul) dove è attualmente conservato e venerato nella chiesa di San Geremia a Venezia. Le sacre spoglie della santa siracusana tornarono eccezionalmente a Siracusa per sette giorni nel dicembre 2004 in occasione del 17° centenario del suo martirio.
Il giorno dedicato ai festeggiamenti di Santa Lucia a Piedicolle è il 13 Dicembre.
A Piedicolle di Montereale circa settant’anni fa, si occupavano di organizzare la giornata di festa due donne, Al contrario, oggi, se ne occupano maschi e femmine indistintamente.
Le due donne si preoccupavano di organizzare tutti i preparativi e andavano anche nei paesi del circondario per “riscuotere” ossia per chiedere alle famiglie una donazione per poter realizzare la festa. Ricevevano un po’ di tutto, ma più che soldi soprattutto prodotti alimentari come ad esempio delle mele. Il giorno precedente alla festa si celebravano le tipiche tre messe (trituo) nella chiesetta del paese che è, appunto dedicata a Santa Lucia. Il 13 la piccola campana della chiesa annunciava la giornata di festa e veniva celebrata dal parroco del paese la messa in onore della Santa.
Finita la funzione si accendeva un gran fuoco, il falò, nella piazzetta antistante la chiesetta. Tutti i paesani si riunivano intorno a questo fuoco e consumavano qualcosa insieme accompagnati dalla musica. Venivano realizzati dei giochi per far divertire i più piccini.
Testo e foto di Valentina Paolini